30 Set Perché partecipiamo a un bando: i tre approcci
Come e perché partecipiamo a un bando? L’approccio alla progettazione ha più a che fare con il carattere che con una logica precisa. Vediamo però di individuare alcune categorie di approccio per scoprire i loro punti di forza e le loro debolezze.
Descriveremo la Tipologia degli approcci, gli effetti che hanno sulla nostra progettazione e proporremo un’analisi dei loro punti di forza e debolezza. Infine proveremo a capire come sfruttare ciascun approccio nel miglior modo possibile.
Cominciamo dall’inizio. Un po’ teatrale, ma che descrive il vero avvio di un progetto. Arriva qualcuno e vi dice:
Guarda che è uscito quel bando! Secondo me dovremmo provare.
In risposta a quell’entusiastico invito, abbiamo tre approcci possibili. E sono comportamenti che applichiamo alla nostra progettazione senza neppure chiederci perché partecipiamo a un bando.
La tipologia degli approcci
1. l’approccio del Bisonte
Il Bisonte fa quella cosa lì, va per la sua strada e in virtù della sua massa e della sua velocità non cambia molto facilmente il cammino
Faccio questo e so fare questo. Quindi propongo la mia attività tale e quale per ogni bando. Al massimo, aggiungo un cappello introduttivo in cui spiego perché la mia attività corrisponde ai requisiti del bando.
2. l’approccio della Casa Di Campagna
Ho una casa di campagna che devo ristrutturare. Ho in mente una serie di lavori nel giardino e per le camere al primo piano. Però i cugini che mi danno una mano, mi propongono di mettere una piscinetta; i figli hanno bisogno di una stanza per studiare e gli amici, che mi aiutano con il giardino, non verranno più se non appronto un gazebo con barbeque. E i soldi che avevo destinato a dei lavori precisi, si diluiscono in tante spese.
In termini di progettazione, adatto un’idea o la mia attività alle richieste del bando.
3. l’approccio di Hamelin
I topi e i bambini di Hamelin credono che la loro unica ragione di vita sia quella di seguire la melodia di un pifferaio.
Quindi leggo il bando e studio un progetto che risponda a tutte le richieste del bando, anche facendo qualche concessione alla mia natura e alle mie capacità, perchè sono disposto a utilizzare risorse esterne, pur di partecipare anche a quel bando.
Gli effetti
Che cosa succede adottando un approccio anziché un altro? quali conseguenze può avere il mio comportamento?
1. gli effetti del Bisonte
Non ho grandi possibilità di vincere perché molto probabilmente non sono in linea con i bisogni degli utenti e gli obiettivi del bando;
Se perdo il bando, non cambia nulla; se lo vinco, ho ulteriori risorse per fare la mia usuale attività
2. gli effetti della Casa di Campagna
Ho qualche possibilità di vincere il bando e ottenere il finanziamento, ma tanto più ho adattato il mio progetto/attività e minori saranno le economie di scala che potrò utilizzare (le parti nuove saranno preponderanti);
Se perdo il bando, ho sprecato un po’ di risorse (neanche tante) per elaborare e adattare il progetto. Se vinco, devo dirottare delle risorse dalla mia attività usuale per realizzare l’attività prevista nel progetto e per la quale ho ottenuto il contributo.
3. gli effetti di Hamelin
Se ho lavorato bene e analizzato il bando, ho buone probabilità di vincere perché ho fatto un lavoro su misura rispetto alle richieste del bando;
Se perdo, non riesco a fare nessuna attività; se vinco faccio quello che avevo previsto. Alla fine del periodo del progetto, devo ripartire da capo e mi trovo perennemente in una situazione da start up.
Punti di Forza e di Debolezza
Nessun approccio è in assoluto il migliore. Se consideriamo, poi, che la scelta di uno o dell’altro dipende anche dalla nostra natura, il modo più razionale di comportarsi è analizzare, caso per caso, lo scopo e le opportunità del nostro progettare. La scelta di un approccio dipende essenzialmente dal perché partecipiamo a un bando.
1.Il Bisonte
Il primo approccio è quello più guascone e che, pur nella scarsa probabilità di vittoria, è quello che fa realizzare la maggior vincita. Tuttavia non stiamo facendo nessun progetto. Abbiamo semplicemente adottato un escamotage per portare a casa delle risorse utili.
2. La Casa di Campagna
Il secondo approccio è quello più problematico, perché in qualche modo sottrae energie all’attività fondamentale. Si tratta di un compromesso tra quello che vorremmo essere e quello che dobbiamo essere per poter avere delle risorse. Il difetto sta nel fatto che il motivo per il quale otteniamo le risorse (il progetto) non è quello che ci ha spinto a richiederle.
Quanto è maggiore la distanza tra il progetto originario e il bando a cui si intende partecipare, tanto peggiore sarà la gestione del progetto. La quota di autofinanziamento, ad esempio, rappresenta una diminuzione delle risorse che mi servono per svolgere l’attività ordinaria; e io sono costretto a svolgere delle funzioni che hanno un costo e che richiedono risorse.
3. Hamelin
Il terzo approccio è quello più diretto. Ottengo un finanziamento e strutturo un’attività che coincidono. Qual è il problema, allora? che la mia identità di medio periodo è la somma delle identità che ho assunto di volta in volta per partecipare ai vari bandi.
Un continuo slittamento tra quello che vorrei essere e quello che le circostanze mi obbligano a diventare. Con l’aggravante che sono io a scegliere le circostanze di questa deriva.
Che fare?
Se avete un’attività che funziona e si sostiene normalmente e godete di una reputazione che ve lo consente, siate Bisonti.
Oggi, in ambito culturale i Bisonti sono pochi e anche quei pochi rischiano di trovare troppi ostacoli sul loro cammino.
Se siete in grado di amministrare oculatamente le vostre risorse, di parcellizzare i compiti e gestire in maniera credibile le vostre fonti di finanziamento, allora potete permettervi di essere una Casa di Campagna. In fondo anche se non corrisponde alla vostra immagine originaria, è un posto piacevole in cui stare.Se, invece, non riuscite a gestire le risorse e dovete inseguire fornitori esterni a cui va tutto il surplus derivante dal contributo, allora non è il caso che vi imbarchiate in un’impresa del genere.
Infine, se non vi importa dove sarete tra qualche anno, ma avete la necessità di realizzare un’attività nel breve periodo, scegliete di utilizzare l’approccio Hamelin.
Un’ultima possibilità: l’ibrido
C’è un caso felice : chiamiamolo il Bisonte di Hamelin.
Se il mio scopo e la mio fine (mission) sono quelli di trasformarmi costantemente perché ciò che rimane costante sono le mie abilità (skills), allora anche studiando progetti nuovi e vari per incontrare bandi di natura diversi, in realtà non sto allontanadomi dalla mia vera natura.
Se vogliamo chiudere con un’immagine, diciamo che a seguire il pifferaio è un branco di Bisonti in corsa. E credo che il pifferaio non abbia nessun vantaggio a rallentare o a fermarsi.
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