NECESSARIO E SUFFICIENTE

NECESSARIO E SUFFICIENTE

ci vuole un miracolo per avere contributi?

Cosa non dobbiamo dimenticare per sperare di ottenere contributi e finanziamenti per un progetto culturale? Parliamo di progetti sostenibili che hanno una lunga vita e che ottengono sostegno, finanziamenti e contributi.
Ricordate la storiella del devoto che implora la statua di San Gennaro di fargli vincere la lotteria?
Il santo, smosso da tanta ostinata devozione, rompe gli indugi e gli rivela che farà il miracolo. “Però”, dice; “figlio mio, almeno tu compra un biglietto…”
È quella che in matematica si chiama condizione necessaria e sufficiente; una condizione, cioè, che per il solo fatto di presentarsi rende certo il risultato.
Nella progettazione, questa doppia condizione non si presenta mai. Non c’è un elemento che per la sola ragione di essere presente ci assicura il successo del progetto.
Elementi necessari
Amare disperatamente qualcuno è condizione necessaria per costruire una storia d’amore, ma, nonostante quello che sostengano gli sceneggiatori di Hollywood, non è condizione sufficiente per essere amati.
Per intenderci: presentare il progetto a un bando è condizione necessaria per avere un contributo, ma non è certamente sufficiente. Anche seguire la procedura di presentazione, non sbagliare nella compilazione dei documenti e non dimenticare nessun allegato è un elemento necessario; ma è sufficiente?
Esistono però elementi necessari per la buona riuscita di un progetto.
Possiamo elencare i tre principali elementi senza i quali siamo certi che un progetto non potrà mai andare avanti sulle sue gambe, che rendono probabile la sua realizzazione e che in un’eventuale sede di valutazione rivestono un peso decisivo.
Sono elementi che vanno considerati attentamente, che richiedono un’analisi onesta e ai quali dedicare una buona parte del processo di ideazione e stesura.
  1. Comprensione dei bisogni
La sostenibilità di un progetto è legata al modo in cui risponde ai bisogni dell’ambiente in cui si realizzerà. Ad esempio, un bando chiederà di rispondere a bisogni individuati dalla politica culturale del donor, mentre un bisogno specifico spingerà un ente ad adottare delle soluzioni  appropriate.
In questo senso, quindi, dobbiamo chiederci:
  • Ho compreso bene il bisogno?
  • Come ho fatto a comprenderlo? Ho fatto le domande giuste?
  • Di chi è veramente il bisogno? [c’è il rischio che alla fine sia solo mio]
  • I beneficiari sono consapevoli del loro bisogno? Se non lo sono, che posso fare?
  1. Contenuto innovativo
Per definizione il progetto è qualcosa di nuovo, che pur utilizzando le competenze e la struttura esistente, ha un contenuto, degli obiettivi e dei tempi di realizzazione definiti e limitati. Quindi ci deve per forza essere un elemento di novità. Non posso riproporre il mio lavoro usuale come se fosse un progetto nuovo; al più, se sono così coraggioso da farlo, devo dimostrare di aver  innovato la gestione, la struttura, l’organizzazione, i beneficiari.
Inutile fingere che il contenuto, soprattutto in campo artistico e culturale, sia meno importante di una buona struttura, di un oculato business plan e di una solida capacità imprenditoriale. Deve esserci un’idea nuova. L’ambizione non è di rivoluzionare il mondo dell’arte o dare un nuovo inizio alla Società. Basta un punto di vista inatteso, una voce inconsueta, un’interpretazione originale. Si può innovare la gestione, l’approccio, il metodo.
Per cui, chiediamoci:
  • Perché i miei contenuti sono innovativi?
  • Sono innovativi rispetto a che cosa?
  • In cosa sono diversi dai contenuti degli altri? E perché lo sono?
  1. Capacità di gestione
Questo è l’elemento più tecnico e di più facile misurazione.
Le competenze e  le risorse indispensabili, la fasi di lavoro, l’ordine di realizzazione dei risultati parziali, l’entità dei costi, la previsione di incassi e la conseguente capacità di copertura, l’abilità con cui vengono affrontati gli imprevisti, la flessibilità con cui si riesce a cambiare rotta in tempo utile sono tutti elementi che traducono un’idea in azione.
La gestione non è limitata alla vita del progetto e al monitoraggio delle sue fasi, ma deve occuparsi anche di ciò che ha reso necessario il progetto, delle conseguenze che il progetto avrà, dei suoi effetti; potremmo dire, con un po’ di ambizione, che deve farsi carico anche dell’eredità del progetto e della sua memoria.
Le domande:
  • Quali sono le mie capacità specifiche?
  • Perché ho strutturato il progetto in queste fasi? Chi si occupa di ciascuna fase?
  • Che differenza c’è tra la mia struttura e la struttura del progetto? Dove coincidono?

Io ho fatto così, ma allora perché non sono stato finanziato?

Lo abbiamo già detto: queste sono condizioni indispensabili perché il progetto abbia una buona valutazione. Diciamo che, insieme alla corretta procedura formale di presentazione, è l’elemento che ci assicura di aver fatto un buon lavoro. Il resto non è affidato al caso, alla fortuna o a qualche oscura macchinazione, ma dipende dal valore dei progetti nostri concorrenti e dalle rispettive capacità di rispondere agli obiettivi del finanziatore.
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